Magnus, il norvegiano DOC, scrive dalla capitale norvegese per raccontarci chi sono i veri protagonisti del 17 maggio e come celebrano la festa della Costituzione, un giorno che unisce tutta la Norvegia in un colorato e dolce abbraccio.
17 maggio 1814. La costituzione Norvegese, una delle più progressive in Europa a quei tempi, viene firmata a Eidsvoll, dichiarando la Norvegia una nazione indipendente. Ancora oggi, più di cento anni dopo, festeggiamo il fatto di aver mandato a casa i danesi, liberandoci da secoli di dominazione esterna. E come si festeggia? Parata militare? No. Fuochi artificiali? No.
La costituzione norvegese si celebra con le sfilate dei bambini che hanno fatto del 17 maggio il loro giorno speciale. Ogni classe organizza i propri alunni in un “syttende mai-tog”, letteralmente trenino del 17 maggio, una fila festante che si unisce agli altri gruppi per sfilare attraverso le vie della città.
Le sfilate sono organizzate così: uno degli allievi più grandi porta la bandiera ufficiale della scuola, seguito dai compagni di classe che portano le bandiere norvegesi e dalla banda della scuola. Dopo la banda sfilano gli altri allievi in ordine di età, con bandierine norvegesi e striscioni fatti da ogni classe.
La prima sfilata dei bambini in occasione di questa festa fu organizzata nel 1870 a Oslo e le cronache dell’epoca raccontano che vi presero parte 1200 partecipanti. Oggi la sfilata che si snoda per le vie della capitale norvegese è composta da un centinaio di scuole e bande e ha come meta finale il palazzo reale, dove la famiglia del Re si affaccia per salutare dal balcone. Il “syttende mai-tog” non è una prerogativa delle città norvegesi: persino nei paesini più sperduti si tengono queste sfilate. Il canale statale NRK trasmette in diretta le sfilate da tutto il paese: i cronisti spaziano dalla parata in centro ad Oslo, affollato di donne, uomini e bambini col costume ottocentesco, fino alla parata delle Svalbard, dove poche persone sfilano spesso sotto la neve.
Le parate del 17 maggio si fanno anche all’estero. So che anche questo anno, a Roma, presso la residenza dell’ambasciatore Norvegese in Italia, una ventina di bambini italo-norvegesi, bandierine in mano, seguiranno il “ragazzino” più grande, che in questo caso sarà l’ambasciatore stesso, in giro per il giardino urlando: Hipp, hipp! Hurra!
Il centro dell’attenzione, dalle Svalbard a Oslo e dall’ambasciatore a Roma, sono i bambini. Si canta una canzone addirittura chiamata ‘L’inno nazionale dei ragazzini’, dove la prima frase è: “Siamo una nazione anche noi, noi piccoli, alti un metro” (Vi ere en nasjon vi med, vi små en alen lange).
Perfino il menu di questa giornata di festa si adegua adottando i cibi preferiti dai bambini norvegesi. Si festeggia col secondo piatto classico di “pølser”, seguito dal dolce “is”. Insomma, si festeggia con wurstel e gelato, un menu che sicuramente guadagnerebbe quattro stelle nella guida Michelin per bambini. In onore di questa occasione i genitori norvegesi si affidano per un giorno all’anno alla politica del “laissez faire” e chiudono un occhio, anzi due, abbandonando le regole alimentari che normalmente limitano il consumo di zucchero. Il che significa: i bambini possono mangiarsi quanti gelati vogliono.
Inutile dire che questo approccio liberale, tanto amato dai piccoli norvegesi, spesso si traduce in facce truccate di gelato, vestiti eleganti presto macchiati di cioccolato e, in alcuni casi, in forti mal di pancia alla fine dei festeggiamenti. Parlo di anni ed anni di esperienza personale come bambino viziato di gelato, macchiato e felice come si possa essere solo il 17 maggio.
Buon 17 maggio a tutti, buona giornata dei gelati illimitati!
L’ambasciatore norvegese impegnato nella parata del 17 maggio a Roma
Sono nata ventidieci anni fa in una bellissima valle alpina, la Valsesia. Appena ho imparato a parlare, ho chiesto cosa ci fosse oltre quelle montagne.
La laurea in Global Studies, la facoltà di capire il mondo, è servita a confermare qualcosa che già sapevo: dovevo andare a vederlo il mondo, per capirlo davvero.
Ho scelto la Norvegia per amore e per curiosità: sono approdata a Bergen in un gelido giorno di fine gennaio senza sapere una parola della lingua locale, senza avere la minima idea di cosa avrei fatto. Il mio solo obiettivo, ora come allora, era scrivere. Mi sono resa conto di quanto fosse difficile approfondire la conoscenza di questo paese, che rivela poco di sé: ci vuole tempo e pazienza.
Ho deciso di creare un blog in cui raccontare quella realtà estranea che si faceva lentamente più famigliare: norvegiani.wordpress.com.
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