Norvegiani

"Farai e disferai in continuazione il tessuto della tua vita, in attesa di trovare la sola esistenza che ti possa appartenere davvero”.

FAQ – Interrogativi Norsk

Questo post sciogli-dubbi nasce per due motivi: volevo trovare un modo per dare risposte alle domande più frequenti che ricevo quotidianamente e per farmi perdonare la lunga assenza dal blog. Tengo a precisare che queste risposte derivano dalla mia esperienza personale, sono quindi limitate e soggettive: per questo, laddove mi è possibile, aggiungo i link di siti dove trovare informazioni più precise e dettagliate. Spero che questo articolo possa comunque servire a dare una prima idea e a sciogliere i dubbi più comuni prima della partenza, sia per una vacanza che per un’esperienza di vita su al Nord. A voi il compito di trovare nuove domande, sono sicura di aver dimenticato qualche interrogativo norvegiano! Pronti?

 

LAVORO

  • 1. Si trova lavoro in Norvegia?

La risposta è un generico sì, ma dipende da molti fattori. L’aumento dei flussi migratori negli ultimi anni ha reso il mercato del lavoro norvegese molto più competitivo. Inoltre, a parità di qualifica, spesso i candidati norvegesi sono preferiti agli immigrati. Dipende quindi dalle vostre qualifiche, dalle vostre aspirazioni e dalla vostra pazienza. A meno che non vi trasferiate con un contratto di lavoro già in mano, spesso l’inserimento nella società lavorativa norvegese richiede un pò di tempo. Gli stranieri a cui ho chiesto cosa abbia consentito loro di ottenere il primo impiego in Norvegia mi hanno elencato queste caratteristiche: un buon curriculum specialistico, l’esperienza pregressa nel settore e la conoscenza linguistica. Oltre a tanta, tanta pazienza.

  • 2. Quali sono le figure professionali più ricercate?

I settori in cui vi è costante ricerca di personale, grazie al loro crescente sviluppo, sono: l’industria petrolifera, la sanità e l’istruzione. Operai specializzati, ingegneri e tecnici sono necessari a sostenere la costante crescita dell’industria petrolifera. Allo stesso modo, l’aumento demografico dato dai flussi migratori e gli alti tassi di natalità richiedono sempre più infermieri, medici e insegnanti.

  • 3. L’inglese è sufficiente o devo imparare il norvegese?

L’inglese è utile per comunicare con i norvegesi, poiché parlato e compreso dalla maggior parte della popolazione. La conoscenza del norvegese è però richiesta in quasi tutti i settori professionali. Fanno ancora eccezione le multinazionali del petrolio in cui l’inglese resta la lingua di lavoro, ma sapere il norvegese è considerato un plus. Anche nel settore turistico è quasi sempre utilizzato l’inglese, ma costituisce un grande vantaggio conoscere altre due lingue. Il bando per diventare guida turistica richiedeva, ad esempio, la conoscenza fluente di almeno tre lingue.

  • 4. Dove posso trovare gli annunci di lavoro?

Nav.no” e “finn.no” sono i siti in cui trovare una lista aggiornata quotidianamente degli annunci di lavoro pubblicati nel paese. Sul primo troverete maggiormente annunci nel settore statale: comuni e regioni pubblicano qui le proprie ledige stillinger (posizioni vacanti). Finn.no è invece lo strumento utilizzato dalle aziende e dalle agenzie interinali. Entrambi i siti danno la possibilità di selezionare le offerte in base alla città di interesse, alla regione, al settore e al tipo di orario. Altre fonti utili possono essere i siti dei comuni, delle agenzie interinali (Adecco, Manpower, Proffice) e delle aziende cui siete interessati.

  • 5. Come rispondere a un’offerta di lavoro interessante?

Nella maggior parte degli annunci troverete un indirizzo e-mail a cui mandare il vostro curriculum vitae. Se siete interessati a professioni per cui è importante sottolineare qualifiche e titoli di studio, va bene il modello Europass in inglese, accompagnato da una lettera di referenze di un precedente datore di lavoro (mi raccomando, che parli inglese!) e una breve presentazione di voi. Così facendo, prima ancora di leggere il curriculum, il selezionatore si farà un’idea generica di chi siete e che esperienza avete. Se invece volete lavorare in ristoranti, bar o negozi, meglio essere brevi e usare il modello norvegese: due pagine al massimo. Sui libri di testo dei primi livelli è quasi sempre presente un esempio di questo tipo di CV, un utile riferimento da cui copiare la struttura e i titoli delle varie sezioni in cui è diviso. Se vi è possibile, consegnate il curriculum personalmente, così avrete modo di parlare direttamente con il responsabile della selezione.

  • 6. E’ vero che gli stipendi sono molto elevati?

Sì e no. La prima cosa da sapere è gli stipendi vengono sempre indicati al lordo delle tasse, che arrivano mediamente al 36% del totale. Detto questo, gli stipendi sono molto buoni: anche un salario base consente di vivere bene e, stando un po’ attenti alle spese, di mettere da parte qualcosa ogni mese. Ricordate comunque che gli stipendi sono proporziona al costo della vita, più alto del nostro.

  • 7. Lo Stato ti supporta economicamente se non hai un lavoro? Come funzionano i congedi parentali?

E’ possibile usufruire dei sussidi di disoccupazione dopo aver lavorato e pagato le tasse in Norvegia per 12 mesi. Il NAV garantisce l’erogazione di una percentuale mensile del precedente stipendio, dà la possibilità di frequentare dei corsi di aggiornamento e invia newsletter riguardo le posizioni vacanti disponibili. L’erogazione del sussidio cessa dopo un anno, a meno che gravi impedimenti fisici non consentano di tornare al lavoro.

Anche per usufruire dei congedi parentali è necessario aver lavorato almeno un anno. Sia il congedo di maternità che di paternità consistono in una somma pari ad una percentuale dello stipendio materno, che va declinando dopo i primi otto mesi. Nel caso in cui la madre non torni al lavoro allo scadere dell’anno di maternità, ha diritto a ricevere benefit mensili fino al compimento del terzo anno di vita del bambino.

 

LINGUA NORVEGESE

  • 8. E’ vero che in Norvegia esistono due lingue?

Sì. A scuola, sui libri, in televisione, la lingua maggiormente utilizzata è il bokmål, derivato dal danese, a cui negli anni si è affiancato il nynorsk, di derivazione dialettale e usato solamente come lingua scritta. La Norvegia, però, come l’Italia, ha moltissimi dialetti. Una buona conoscenza del bokmål è sufficiente per iniziare a comunicare, ma il passo successivo è imparare a decifrare il dialetto della zona in cui si vive.

  • 9. Dove posso imparare il norvegese?

I corsi di lingua sono a pagamento e permettono di iniziare ad apprendere la giusta pronuncia. La Folkeuniversitetet, l’università popolare, è presente in quasi tutte le città e offre corsi mattutini e serali, due o quattro volte la settimana, al costo di circa 450 euro per sei settimane. Io ho seguito i primi tre corsi, dal livello A1 al B1, e mi sono trovata molto bene: i tempi di iscrizione sono stati molto rapidi, le insegnanti erano disponibili e si faceva molta pratica di conversazione.

  • 10. Come posso esercitarmi quando non sono a lezione?

Tutti vi diranno di parlare il più possibile, ma non sempre si ha sotto mano un volontario norvegese disposto ad ascoltarci balbettare. Spesso la Croce Rossa e le biblioteche, come altre associazioni culturali, organizzano gruppi di conversazione per consentire agli stranieri di fare pratica linguistica. In biblioteca potete prendere in prestito corsi di lingua completi di cd per migliorare la pronuncia e eserciziari: le soluzioni sono in fondo al libro, ma non vale sbirciare prima!

  • 11. Se imparo il norvegese, capisco anche danese e svedese?

Le risposte sono discordanti. Queste tre lingue appartengono allo stesso ceppo linguistico, quindi spesso pronuncia e scrittura si somigliano. Un madrelingua norvegese spesso è in grado di intuire il senso di una frase pronunciata in svedese o danese. Il discorso non vale per chi sta imparando una di queste lingue: io ero sul punto di piangere quando mi sono accorta di capire davvero poco lo “strano” dialetto della mia nuova collega al lavoro. Fortunatamente i miei colleghi norvegesi mi hanno rassicurata, dicendomi che parlava danese.

 

STUDIARE IN NORVEGIA

  • 12. Posso frequentare un corso di laurea in Norvegia?

Sì. Le università norvegesi offrono corsi di laurea, aperti anche a studenti internazionali, in lingua inglese. E’ possibile consultare un elenco delle possibilità sul sito “studyinnorway.no”, ma la cosa migliore da fare è consultare i singoli corsi di studio sul sito delle varie università. Quasi tutte le università norvegesi hanno infatti il sito web anche in lingua inglese e indirizzi e-mail a cui porre eventuali domande relative al corso che vi interessa. Se invece vi interessa un corso universitario in lingua norvegese, potete fare domanda ma dovrete presentare dei certificati di conoscenza linguistica.

  • 13. Come ottenere il riconoscimento del titolo di studio straniero?

Per l’iscrizione all’università in Norvegia sono quasi sempre richiesti diplomi e certificati di laurea (meglio con elenco esami), rigorosamente tradotti e autenticati in lingua inglese. Per molti titoli di studio è inoltre necessario ottenere la convalida dei certificati italiani da parte di un ente specifico, il NOKUT. Sul sito “nokut.no” trovate illustrata la procedura da seguire e gli eventuali esami complementari da sostenere.

  • 14. Come faccio a iscrivere mio figlio all’asilo?

Per iscrivere i bambini all’asilo è necessario consultare l’elenco degli asili presenti sul sito del comune di residenza e scegliere 3-4 strutture di preferenza a cui fare richiesta. Il momento migliore è marzo-aprile, ma se doveste arrivare più tardi, vi conviene tentare anche nelle strutture private, solitamente più flessibili. La differenza di costo non è molto grande, le rette mensili si aggirano intorno alle 2500 nok mensili (comprensive di pasti). Ricordate che è necessario essere in possesso del Personnummer (come ottenerlo? vedi faq n.16 ).

 

DOCUMENTI

  • 15. La carta d’identità è sufficiente?

Sì e no. La Norvegia, pur non facendo parte dell’Unione Europea, ha aderito alla convenzione di Schengen. I documenti di viaggio accettati sono passaporto e carta di identità valida per l’espatrio. Per una vacanza, la carta di identità è quindi sufficiente. Il passaporto è necessario qualora vogliate stabilirvi in Norvegia per più di 3 mesi.

  • 16. Quale procedura devo seguire per ottenere il personnummer?

Se hai deciso di risiedere in Norvegia per più di 3 mesi, devi registrarti sul sito http://www.udi.no. Successivamente devi recarti all’ufficio di polizia della città in cui ti trovi. Qui, presentando il passaporto, ti verrà dato un permesso di soggiorno semestrale e verrai registrato come job seeker. Appena in possesso di un contratto di lavoro, torna all’ufficio di polizia per ricevere il Registreringbevis, un attestato con cui la polizia certifica il tuo diritto di residenza. Presentalo poi all’ufficio delle tasse, così da ottenere, dopo pochi giorni, il personnummer. Pochi giorni ancora e ti sarà consegnata anche la skattekort, il foglio che attesta la tua iscrizione alla lista dei contribuenti. Su questa carta è indicata la percentuale di tasse che ti sarà detratta dallo stipendio.

  • 17. Posso aprire un conto in banca in Norvegia?

Sì, ma devi essere in possesso del personnummer. Al momento dell’apertura del conto ti vengono solitamente richiesti il passaporto, il permesso di residenza e il personnummer. Io ho aperto un conto presso la DNB: non hanno fatto storie quando ho versato la somma iniziale (scarsa) e mi hanno dato una chiavetta elettronica per gestire il conto online, molto comoda per effettuare bonifici e controllare le spese direttamente da casa.

  • 18. Abbonamento telefonico e Internet: serve il personnummer anche qui?

Sì. Senza questo, potete però acquistare una scheda ricaricabile. Io ho usato la scheda Telenor e mi sono trovata bene. Le ricariche sono effettuabili in tutti i Narvesen, 7eleven e supermercati, ma anche online con carta di credito al sito “mobilhandel.no”. Più alto è l’importo della ricarica, minore è la tariffa al minuto che vi sarà applicata: investire conviene. Per quanto riguarda internet, in attesa del personnummer, affidatevi ai tanti punti wireless disponibili: in biblioteca ci sono quasi sempre poltrone molto comode.

 

CASA

  • 19. Dove trovo gli annunci immobiliari?

Il sito “finn.no” offre una buona selezione di immobili in affitto, ammobiliati e non. Se cercate una stanza in condivisione, meglio consultare hybel.no. Se siete studenti, di solito potete fare domanda per uno degli alloggi universitari.

  • 20. A quanto ammontano gli affitti in media? E la caparra?

La spesa iniziale per affittare una casa è elevata. Solitamente vengono richieste due mensilità di caparra, a cui va aggiunto il primo affitto da pagare una volta entrati nel nuovo alloggio. Gli affitti variano da città a città: ad esempio nel centro di Stavanger e Oslo è difficile trovare un monolocale a meno di 10000 nok mensili. Bergen risulta, nella mia esperienza, leggermente meno costosa. Vivere in centro ha quindi costi molto elevati, la periferia e i paesini sono più economici, ma comunque costosi se non si dispone da subito di uno stipendio norvegese.

  • 21. Le bollette sono salate?

Personalmente, considerando le temperature rigide dell’inverno e il riscaldamento acceso per qualche ora fino a maggio, temevo molto peggio. Nelle case in cui ho abitato il riscaldamento, i fornelli e il boiler erano elettrici (meno male che la luce è saltata solo una volta). Nei mesi più freddi, la bolletta bimestrale ha raggiunto quota 200 euro, con rabbia e invidia dei miei genitori che in Italia spendono molto di più.

  • 22. Se trovo casa in periferia, quanto mi costa fare il pendolare?

Il servizio di trasporto pubblico è quasi sempre molto buono. Abitando in un’area residenziale a 20 min dal centro, avevo a disposizione un bus ogni 15 minuti dalle 6 di mattina alle 23, più i notturni ogni ora. La frequenza dei mezzi pubblici diminuisce nel periodo estivo (giugno-agosto), ma un bus ogni mezz’ora è quasi sempre presente. L’abbonamento mensile a Stavanger costa circa 70 euro: il vantaggio maggiore è che con questo biglietto, ogni giorno dopo le 17 e per tutta la giornata nel week end, possono viaggiare, oltre al titolare della tessera, anche un altro adulto e tre bambini.

  • 23. Cosa posso spedire dall’Italia e quanto costa ?

Il costo del pacco varia in base al peso. Ad esempio, per un pacco contenente 2 giacche, 3 paia di scarpe, 1 paio di stivali di gomma e un pò di maglioni (avevo sottovalutato la primavera ritardata), avevo speso circa 50 euro. E’ obbligatorio che il pacco sia sigillato e abbia in allegato una lista completa del contenuto. I tempi di ricezione sono abbastanza lunghi (circa 15 giorni), in quanto i pacchi vengono ispezionati alla frontiera. Non è consentito spedire cibo che non sia conservato sotto vuoto (specificate nella lista “under vacuum”). Sul sito delle Poste Italiane “poste.it” trovate comunque chiarimenti più specifici.

  • 24. Vorrei portare la mia auto in Norvegia, è possibile?

Chi si trattiene in Norvegia per un periodo massimo di un anno può usare il proprio veicolo senza doverlo sdoganare, dimostrando che la permanenza in Norvegia non abbia superato la durata di un anno dalla data di ingresso nel Paese (per esempio esibendo un contratto di lavoro). Se poi riuscite a dimostrare che la vostra permanenza non supererà i due anni, potete richiedere un permesso di guida temporaneo per il secondo anno di permanenza inviando la domanda alla regione doganale in cui si risiede entro un anno dalla data di ingresso in Norvegia.

Non è consentito utilizzare in Norvegia un veicolo immatricolato all’estero se si è registrati nell’anagrafe norvegese o se si ha il coniuge o un figlio di età inferiore a 18 anni residenti in Norvegia.

 

I NORVEGESI

  • 25. Come sono le donne/gli uomini norvegesi?

Questa è stata la domanda più frequente che mi è stata posta. Confermo quanto sospettato: se vi piace il genere biondo/occhi chiari e longilineo, è molto probabile che la Norvegia vi dia grandi soddisfazioni visive. 
Dal punto di vista caratteriale, limitandomi a quanto visto personalmente e consapevole della relatività di queste generalizzazioni, le donne norvegesi mostrano spiccata indipendenza e sicurezza di sé, mentre gli uomini appaiono più timidi e sensibili. Questo è dato dal modo in cui vengono cresciuti: la mancanza di scarto di genere nell’educazione fa si che, ad esempio, le lezioni di economia domestica vengano frequentate da maschi e femmine insieme. Ciò significa che, così come Ingrid sarà in grado di piantare chiodi e cambiare le gomme dell’auto, allo stesso modo Ole saprà cambiare un bottone e farsi un berretto di lana.

L’educazione spinge a valorizzare molto la libertà individuale e a limitare, quanto più possibile, il giudizio e la critica dell’altro. Questo porta, anche in età adulta, a cercare il dialogo e il confronto anziché lo scontro. Limitatamente alla mia esperienza lavorativa, non ricordo un solo battibecco tra colleghi, ma tante riunioni per confrontare punti di vista.

L’argomento sessuale è affrontato a scuola in termini molto semplici e diretti, i contraccettivi e la pillola del giorno dopo si trovano in farmacia senza ricetta medica: ciò porta a una visione del sesso più aperta e allo stesso tempo consapevole.

  • 26. Cosa mangiano i Norvegesi? Si trova cibo italiano nei negozi?

I norvegesi, tendenzialmente, iniziano la giornata con un’abbondante colazione salata. Bevono molto caffè americano, grandi tazze di brodaglia scura. Pranzano presto, tra le 11 e le 12, sul lavoro consumano un pasto veloce, più simile a uno spuntino per i canoni mediterranei. La cena è servita tra le 17 e le 19 ed è un pasto caldo che spazia dai classici piatti di pesce (fiskesuppe, fiskegrateng, fiskekaker) a ricette internazionali rivisitate in salsa norvegese. Il salutismo medio che contraddistingue la condotta alimentare dal lunedì al venerdì cede il posto alla ipercalorica spesa del weekend, ricca di caramelle, pølse, birra, patatine fritte e bibite zuccherate. Oltre a strani esempi di cibo pseudoitalico, come gli spaghetti à la Capri in barattolo, al supermercato è possibile trovare prodotti di marca italiana (Barilla, Lavazza, Giovanni Rana) a prezzi, ahimè, abbastanza elevati.

  • 27.Quali sono le vacanze nel corso dell’anno?

In Norvegia alcune festività cattoliche a cui noi siamo abituati non esistono: si lavora per l’Epifania, a Ferragosto e il Primo Novembre. In compenso, la primavera regala giorni liberi: la Pentecoste e l’Ascensione, che cadono in questo periodo, sono festa sia per gli studenti che per i lavoratori e si aggiungono al 17 maggio, la festa nazionale. Gli studenti hanno vacanze estive più brevi, fino al 20 agosto circa, ma hanno una settimana di pausa a ottobre e una a fine febbraio.

  • 28. E’ vero che alcool e sigarette costano molto?

Sì. I prezzi dei vizi sono molto elevati: un pacchetto di sigarette costa all’incirca 12 euro, una birra in un pub solitamente 8 euro, una bottiglia di vino al ristorante si aggira sui 30 euro. Ricordate che ci sono limiti di età per il consumo di alcolici: 18 anni per birra e alcolici leggeri e 21 per i superalcolici. All’entrata dei locali è quasi sempre richiesto un documento di identità, così come al momento dell’acquisto di alcolici nei negozi. Se volete comprare bevande alcoliche, ricordate che nei negozi si trovano soltanto birra e sidro a bassa gradazione, che vengono venduti in settimana fino alle ore 18, mentre il sabato fino alle 16. Ogni bevanda di gradazione alcolica superiore ai 5 gradi viene venduta al Vinmonopolet, un grande supermercato dell’alcol, che segue orari molto rigidi e ha prezzi, per un italiano, allucinanti.

  • 29. Sono stato invitato a cena a casa di norvegesi: cosa porto?

Il preavviso con cui solitamente vengono comunicati gli inviti lascia tutto il tempo per tormentarsi nel dilemma: cosa offrire ai padroni di casa? Solitamente gli invitati portano qualcosa da bere: se si tratta di un contesto giovanile, tipo studenti, portate direttamente la quota alcolica che intendete consumare voi stessi, altrimenti una bottiglia di vino andrà benissimo. E’ il momento ideale per esplorare i negozi di fiori, i famosi blomster, gli unici esercizi aperti anche la domenica: la padrona di casa apprezzerà.

  • 30. E’ vero che i norvegesi sono fissati con lo sport?

Lo sport e la vita all’aria aperta hanno grande rilevanza nella vita quotidiana dei norvegesi. Fin da piccoli sono abituati a stare all’aperto anche in condizioni climatiche non proprio ottimali. L’attività fisica è molto importante per produrre endorfine e reagire meglio alle condizioni ambientali difficili. I costi di iscrizione alle palestre sono abbastanza contenuti e le possibilità di esercitarsi sono moltissime. La scuola dà molto spazio all’attività fisica, abituando fin dall’infanzia a uno stile di vita attivo, fatto di camminate nella natura, bicicletta e sci in inverno.

 

CLIMA

  • 31. Fa freddo in Norvegia?

Una delle domande poste più spesso . Rispondo alla luce dell’esperienza nel Vestlandet, la costa sud occidentale del paese. Sia a Bergen che a Stavanger ho sperimentato raramente temperature inferiori a -5°, quindi no, non fa tanto freddo. Il problema, per chi come noi è abituato a un clima continentale, è che non fa quasi mai veramente “caldo”. Primavera e autunno hanno temperature medie tra i 5 e i 14°, con qualche eccezionale giornata più calda. L’estate si aggira tra i 16 e i 22°: ho sperimentato alcuni piacevoli giorni in cui si sono raggiunti i 26°, ma sono stati un’eccezione. Entrambe le città in cui ho vissuto, affacciandosi sull’oceano, erano molto ventose. Bergen, poi, ha completamente ridefinito la mia idea di “città piovosa”. In peggio. Lì la pioggia non cade ma turbina, grazie al vento che la sospinge, rendendo abbastanza inutile l’uso dell’ombrello.

  • 32. E’ vero che in inverno è sempre buio e in estate è sempre giorno?

Il buio perenne è visibile solo nel Nord del paese e porta con sé le meravigliose aurore boreali. A sud, nei giorni che precedono il solstizio di inverno, si tocca il picco di ore di buio: il sole sale all’orizzonte e tramonta intorno alle 15.30. Gli addobbi natalizi riflessi sulla neve restituiscono un po’ del chiarore che, altrimenti, manca moltissimo. In estate il Nord è interessato dal fenomeno del sole di mezzanotte: un crescendo di luce che raggiunge le 24 ore nel solstizio d’estate del 21 giugno.

 

SALUTE

  • 33. Le cure mediche sono a pagamento?

I cittadini italiani possono ricevere assistenza medica in Norvegia se dispongono della Tessera Europea di Assicurazione Medica, detta tessera sanitaria. Questa copre le cure di pronto soccorso e i ricoveri in ospedale, ma non le normali visite o cure mediche, che sono a carico del paziente.

  • 34. Il personnummer mi dà diritto alle cure mediche gratuite?

Solo dopo aver lavorato e pagato le tasse per un anno. La sanità è immediatamente gratuita solo per le donne in dolce attesa e per i bambini.

  • 35. Posso acquistare farmaci in Norvegia?

I farmaci da banco sono facilmente reperibili. I nomi variano talvolta da quelli a cui siamo abituati, per cui è bene ricordare il principio attivo che ci interessa. Se invece avete bisogno di un farmaco per cui è necessaria la prescrizione medica, ricordate di portare con voi la ricetta originale del medico italiano: la versione scannerizzata, infatti, non è stata accettata). Qualora non abbiate la ricetta e abbiate urgente bisogno di un farmaco, potete recarvi in pronto soccorso e chiedere la prescrizione a un medico locale. Per maggiori informazioni, consultare “www.viaggiaresicuri.it/?norvegia”


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FAQ

FAQ

23 commenti su “FAQ – Interrogativi Norsk

  1. adrienne riordan
    settembre 5, 2013

    Una volta terminato l’articolo mi sono chiesta come mai non hai messo come titolo Norvegia For Dummies, è stata una spiegazione dei diversi aspetti molto ben curata! 🙂

    • giovanni
      luglio 3, 2015

      Salve ho ricevuto un offerta di lavoro nell ambito della ristorazione con relativo compenso in euro pari a 3000 euro LORDI mensili…
      VOLEVO DOMANDARVI se bastano per sostentarmi considerando che siamo in due?

      • biancamilla
        luglio 7, 2015

        Possono essere sufficienti per iniziare, se hai con te dei risparmi con cui coprire eventuali spese impreviste. Sono una somma scarsa per vivere tranquilli e riuscire a mettere da parte qualcosa, questo sì.

    • Michael
      gennaio 7, 2018

      Veramente! 🙂

  2. Michele
    settembre 6, 2013

    Ciao! Ben ritornata! A proposito dei documenti, volevo raccontare quello che è successo a me. Dovendo restare più di 3 mesi, è stato necessario registrarmi all’ufficio delle entrate, purtroppo non avevo il passaporto, ma soltanto l’italica carta di identità, su cui però non è riportato il sesso! È stato necessario farmi spedire un documento dall’ufficio anagrafe del mio comune in cui si attestava che sono di sesso maschile! Tutto ciò tra il grande imbarazzo della famiglia che mi ospita e le grasse risate della famiglia che mi ha generato!

    • biancamilla
      settembre 6, 2013

      Ahhahahhahahaha!!! Eh, la precisione scandinava sommata al politically correct a volte genera paradossi meravigliosi. Aneddoto da archiviare nella sezione “stranezze” e ripescare ogni volta che qualcuno esordisce con “non sapete cosa mi è successo…”. A parte i dubbi di genere, come procede la tua avventura norsk?:)

      • Michele
        settembre 7, 2013

        Procede molto bene, grazie! Oltre al lavoro ho vagabondato un pò per la Norvegia: Bergen, Oslo, Lillehammer, Røros ecc.
        Sabato prossimo si conclude la mia esperienza come working guest e torno in Italia, ma i miei ospiti hanno apprezzato talmente tanto il mio modo di lavorare, che mi hanno proposto di restare per un altro anno, quindi da ottobre si ricomincia, ma con paga adeguata agli standard norvegesi (prima era 1000 Nok a settimana).
        Che dire, io vivo in una cittadina chiamata Flisa, la mia esperienza è stata differente dalla tua, almeno credo: maggiore isolamento e maggiore contatto con la natura, a discapito del pur basso grado di inurbamento dei norvegesi.
        In questi mesi ho riscoperto il piacere del confroto, ho capito di essere meno asociale di quanto credessi, ho potuto apprezzare la cultura e la poliedricità delle persone che ho incontrato ed ho rafforzato il mio orgoglio di essere italiano, grazie al vivo interesse che ho trovato nei norvegesi per tutto ciò che riguarda il mio paese (Arte, letteratura, cucina, politica, stile di vita…)
        Unico neo, ho fatto pochi progressi con la lingua ma non ho avuto molto tempo libero tra lavoro e scampagnate, confido di colmare questa lacuna durante le lunghe sere dell’inverno scandinavo.
        Che dire, esperienza meravigliosa ed anche se sarà difficile fare di meglio, io ci proverò!

        P.S. Se passo dalle tue parti hai una birra o un caffè (o entrambi) pagati!

      • principiante
        settembre 25, 2013

        Buongiorno, è la prima volta che uso un blog, spero di non sbagliare.

        Dunque, sono interessato alla Norvegia. È finalmente ho trovato qualcuno che parla chiaro.
        Blog tipo: Sereno Variabile e Licia Colò, vanno bene per chi deve andarci vacanza. A me interessa chi ha il polso della situazione.
        Desidero farti sapere che, mi sei già stata molto utile per delineare l’orizzonte di un paese: in cui non sono mai stato, ma ne sto vagliando la possibilità di trasferirmici. Grazie.

        Sarebbe certamente utile trascorrere un paio di mesi, preventivamente, per toccare con mano. Non ci sono le possibilità!
        Pertanto vorrei chiederti come? è sé funzionano? i “working guest”.
        A me hanno accennato, solo pochi giorni fa, di “Atlantis”. Ma un “sentito dire”, senza esperienza.
        Non sò se esistano altre associazioni.

        Avrei voluto chiederlo anche a Michele, che ne parla nel suo post, è che lo sta facendo, ma non so come farlo.
        Ripeto sono un principiante. In attesa, di nuovo grazie.

      • biancamilla
        settembre 26, 2013

        Buonasera “principiante”,
        innanzitutto ti ringrazio per i complimenti al blog e per il modo in cui hai scritto il tuo commento: è raro, ma sempre piacevole, trovare qualcuno che rispetta spazi e punteggiatura anche sul web.
        Per quanto riguarda i working guest, ho controllato il sito di atlantis: http://www.atlantis.no/utveksling/english/working_guest/
        Il progetto è rivolto a persone tra i 18 e i 30 anni che vogliano sperimentare un periodo in Norvegia, ospiti di una famiglia locale. La durata può variare dai 2 ai 6 mesi ed è richiesto un buon livello di inglese.
        Ho trovato anche : http://www.workandvolunteer.com/working-guest-programme.
        Per chiedere consigli a Michele, prova a commentare direttamente il suo ultimo commento, dovrebbe funzionare (un po’ di mistero tecnologico rimane sempre).
        In bocca al lupo 🙂

      • Michele
        ottobre 28, 2013

        Ciao “Principiante”, scusa il ritardo nel rispondere, ma solo ora sono tornato in Norvegia ed ho riacquistato la padronanza del mio tempo!
        Lavorare come working guest ti permette di dare un’occhiata alla situazione qui in Norvegia, senza la necessità di dover avere una cospicua somma di denaro da investire e, se le cose non dovessero procedere per il meglio, perdere.
        Io mi sono servito del secondo dei siti indicati da Biancamilla.
        Se posso darti qualche suggerimento, cerca di fermarti in Norvegia il più a lungo possibile, e parla dei tuoi progetti alla famiglia che ti ospiterà, saranno lieti di darti una mano, inoltre attivati quanto prima per la ricerca di un lavoro e per la imparare la lingua, in modo da avere le spalle coperte al termine del tuo periodo come working guest.
        La più grossa difficoltà potrebbe essere rappresentata dal fatto che il luogo in cui risiederesti, potrebbe essere lontano dai grandi centri ma forse la minore concentrazione di immigrati potrebbe essere un vantaggio (nel mio caso, sono tutti lieti di poter scambiare quattro chiacchiere con un italiano, dal momento che non ne hanno mai visto uno).
        Che dire, in bocca al lupo, qualunque decisione tu prenda!!!!!

  3. stefano
    settembre 7, 2013

    gli spaghetti in barattolo???? “-.-

    • biancamilla
      settembre 7, 2013

      Oh già. Non ho mai osato provarli. Chissà se qualche indomito italico ha tentato l’impresa? 😉

      • Lina Clemente R. Cole
        gennaio 16, 2018

        Una indomita italica, si’, una volta che sentiva, particolarmente, la mancanza dei patri (e pure matrii) lidi: moi!!

        Il fatto che si chiamassero persino ”Spaghetti a la Capri” (c’era scritto cosi’ sul barattolo), mi aveva resa piu’ speranzosa del solito.

        Ed invece, : )))

        lina

  4. Red/
    settembre 14, 2013

    Mi stavo chiedendo su quali fonti fai riferimento per apprendere, oltre al bokmål, anche il dialetto locale della zona in cui vivi, per integrarti meglio. Ad esempio in Italia sono pubblicati dei dizionari cartacei di vari dialetti oppure vedo che cercando con: dizionario dei dialetti italiani online si trovano vari siti sull’ argomento. Utilizzi qualcosa del genere? Esiste in Norvegia?
    Stavo pensando ai dialetti italiani… per me non é affatto scontato riuscire a interpretare le varie parlate, mi é capitato di ascoltare anni fa dei ragazzi colloquiare fra loro in napoletano stretto ed il bagnino romagnolo da cui avevano noleggiato sdraio e ombrellone supplicare loro di parlare in italiano perché non riusciva a cogliere nessuna parola.

    • biancamilla
      settembre 22, 2013

      Eh, qui mi cogli impreparata. Onestamente, non ho mai cercato dizionari dei dialetti. Una volta decifrati i modi di dire più comuni del posto in cui vivo, non presenti nella lingua che ho studiato al corso di bokmal, ma ricorrenti nelle frasi colloquiali, mi sono limitata a memorizzarli e a giocare la carta “sono straniera” quando la parlata dell’interlocutore si addentra troppo nel territorio sconosciuto del dialetto. Tornando al tuo esempio, paragonando i norvegesi ai napoletani, finchè dicono “iamme” capisco che intendono “andiamo”, se si spingono oltre mi perdo e chiedo l’aiuto dell’italiano. 🙂

  5. Tatyana
    settembre 21, 2013

    ciao ti seguo proprio volentieri, e’ un piacere leggerti…ma quello che mi chiedo io e’ se l’italiano viene considerato dai locali un po’ come noi consideriamo un qualsiasi immigrato nel nostro paese..e’ una cosa che mi frena un po’, non tanto per me, quanto per i miei bimbi.
    Grazie TaTy

    • biancamilla
      settembre 22, 2013

      Ciao TaTy, innanzitutto ti ringrazio per i complimenti. Per quanto riguarda la tua domanda, ti rispondo con un’altro quesito: Come consideriamo “noi italiani qualsiasi immigrato nel nostro paese”? Io credo che non esista un unico modo in cui gli italiani giudicano gli immigrati. Conosco italiani più diffidenti nei confronti di chi proviene da contesti culturali diversi e italiani curiosi e aperti. Questi atteggiamenti, all’apparenza tanto diversi, spesso sono riscontrabili nella stessa persona: se lo straniero, il “diverso”, si pone in modo gentile, educato e rispettoso, anche la persona più scontrosa risponde in modo positivo al tentativo di incontro. Anche in Norvegia, mi è capitato di incontrare persone curiose e disponibili nei miei confronti e altre, invece, più riservate e diffidenti. Mi chiedi se i tuoi bimbi potrebbero avere difficoltà ad integrarsi. Dalla mia esperienza di lavoro all’asilo, ti posso dire che ho visto bambini di nazionalità diverse, con diversi livelli di conoscenza linguistica, incontrarsi sul terreno comune del gioco e della scoperta senza nessun tipo di pregiudizio. Credo che un’esperienza multiculturale possa solo accrescere il potenziale di curiosità insito in ogni bambino, ed evitare nell’età adultà generalizzate considerazioni basate sul pregiudizio. In bocca al lupo!

      • Tatyana
        settembre 25, 2013

        grazie ottima risposta…prima di questo passo sento il bisogno di essere rassicurata.Ma in effetti ibimbi grossi problemi non ne hanno mai..siamo noi adulti semmai che guardiamo il mondo con occhi diffidenti…
        taty

  6. matteo78
    novembre 15, 2013

    ciao, mi sono appena iscritto al sito, davvero bello e molto interessante, brava! io avrei intenzione di trasferirmi in norvegia, e più precisamente nel nord, zona tromso, io lavoro nel settore edile, ti chiedevo come opportunità lavorative, meglio trasferirsi a sud o a nord? grazie
    Matteo78

    • biancamilla
      novembre 26, 2013

      Ciao Matteo, per quanto riguarda il settore edile credo che il Sud dia più possibilità di impiego. Il boom edilizio si concentra, soprattutto, nella zona circostante Stavanger: Sandnes, in pochi anni, è diventata una delle città più popolose.

  7. Red/
    Maggio 23, 2014

    mi sono imbattuto in questo sito (magari può interessare)
    http://pardonmynorwegian.com/guide

  8. Giovanni
    Maggio 30, 2015

    Ciao! Vorrei chiedervi un paio di dettagli:

    – siete entrati in Norvegia inizialmente con un visto turistico e in questi tre mesi avete cercato/trovato lavoro?

    – siete entrati direttamente come jobbsøker con i sei mesi a disposizione?

    – in questo ultimo caso vi hanno chiesto di dimostrargli un reddito privato di circa 120.000 NOK utile a sostenervi nelle spese di questi sei mesi?

    In sostanza…come avete fatto all’inizio con i documenti?

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